Le Confraternite, storia di una devozione diffusa
Dall’Alto Medioevo ad oggi, sono le associazioni laicali più vicine al culto
Le Confraternite hanno sempre rappresentato il modo privilegiato attraverso il quale i fedeli laici si sono sempre resi utili alla vita della Chiesa attraverso il servizio alla parrocchia di appartenenza.
È un modo particolare, che si distingue dal semplice associazionismo, perché, nella sua espressione più formale, prevede un cammino di noviziato e un giuramento davanti a Dio.
In passato c’è stata anche una discussione con le autorità civile circa la natura delle Confraternite, distinguendo tra quelle che avevano prevalentemente scopo benefico, e altre che invece si dedicavano specificatamente al culto.
Le Confraternite nacquero nel 1100, in un momento in cui i laici avevano la volontà di impegnarsi per approfondire la ricerca della salvezza eterna, per promuovere il culto e per indirizzare la carità fra confratelli e verso il prossimo.
Esse proliferarono nei secoli successivi, arrivando ad una forte diffusione nel XIV e XV secolo.
Sono molti gli esempi di risultati concreti ottenuti dalle Confraternite, le quali hanno eretto edifici di culto, eseguito importanti lavori di ristrutturazione e hanno affiancato i presbiteri nell’ufficio del loro Ministero.
L’ingresso in una Confraternità deve essere valutato attentamente sia dai confratelli che accolgono, ma soprattutto dal candidato stesso.
Non si tratta infatti di una semplice associazione, ma di un vero e proprio ministero a supporto della propria chiesa locale.
Secondo le regole, l’aspirante deve essere coinvolto in un percorso di apprendimento che dura circa un anno, affinché prenda coscienza dell’impegno che va ad assumere. Il suo sforzo infatti deve essere rivolto a contribuire a facilitare la diffusione della Parola di Dio, cercando di rendere più agevole il servizio ministeriale dei presbiteri. Si occuperà quindi di tutti quegli aspetti materiali e organizzativi atti allo scopo.
La Confraternita deve inoltre essere sempre in prima linea nelle occasioni delle celebrazioni, partecipando secondo le proprie regole e le necessità o volontà dei presbiteri, alla liturgia.
Dopo l’anno di noviziato, i nuovi confratelli vengono ammessi a regime pieno nella Confraternita. Il loro ingresso avviene durante la Santa Messa, in cui i candidati ricevono la cappa consacrata e giurano davanti a Dio nelle mani del parroco o del presbitero delegato alle Confraternite.
Ogni Confraternita ha un proprio statuto che ne indica le specificità, ma che deve essere in sintonia con lo statuto generale stabilito dalla Santa Sede.
A Mendatica la Confraternita è intitolata a Santa Caterina di Alessandria, una santa vergine e martire che raccoglie nella zona una grande devozione.
Proprio in virtù delle caratteristiche della Santa, i colori della Confraternita di Santa Caterina Vergine e Martire, in Mendatica, sono il rosso (martirio) e il bianco (castità). In passato la Confraternita vestiva il colore rosa, che sintetizzava la mescolanza delle due cromie. In realtà oggi il mantello (per gli uomini) e la pazienza (per le donne) sono di un colore rosso vivo che sottolinea la preminenza del martirio. La cappa è invece bianca sia per gli uomini che per le donne.
È tradizione della Confraternita di Santa Caterina, a Mendatica, che gli uomini indossino una cappa con cappuccio. Questo deve essere indossato in occasione di celebrazioni particolari, come ad esempio quelle funebri, durante le quali i confratelli e le consorelle non vestono mantello e pazienza.
La Confraternita è dotata di uno stendardo antico e di due Croci benedette che si usano per le processioni.
La sede della Confraternita è la Cappella di Santa Caterina a Mendatica, dalla quale partono diverse processioni.
Attualmente il delegato per le Confraternite della Diocesi di Albenga-Imperia è il Rev. Don Giancarlo Aprosio. I padri spirituali sono il Parroco Rev. Don Enrico Giovannini, Vicario della Valle Arroscia, e il Vice Parroco Rev. Don Luciano Massaferro. Il Priore in carica è Roberto Grasso.
Santa Caterina (Alessandria d’Egitto 287 – 305) era una bellissima diciottenne cristiana, quando Massimino Daia (che nel 307 diverrà Imperatore e nel 313 morì suicida) venne nominato Governatore d’Egitto. Come ogni amministratore romano prescrisse il sacrificio a favore del “dio-imperatore” Augusto. Caterina non solo si rifiutò, ma riuscì a convertire al cristianesimo tutti coloro che la avvicinarono per persuaderla a sacrificare a favore dell’imperatore. Venuto al corrente e vista la bellezza della ragazza, Massimino le propose di diventare sua sposa. Caterina rifiutò più volte, finché Massimino inviperito la condannò ad una morte atroce: la giovane fu straziata da una grande ruota dentata.
Il suo culto è celebrato il 25 novembre. Santa Caterina di Alessandria è co-patrona di Mendatica, la cui festa patronale in commemorazione dei Santi Nazario e Celso cade il 28 luglio.
Santa Caterina di Alessandria è patrona di sarte, studenti, filosofi, mugnai, ceramisti, donne in allattamento, operatori dell’industria cartaria e cartotecnica.