Conoscere i Papi: San Paolo VI
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Conoscere i Papi: San Paolo VI

Il profilo di Giovanni Battista Montini, il Papa che ha chiuso il Concilio Vaticano II

Giovanni Battista Enrico Antonio Maria Montini, il futuro San Paolo VI (262° Vescovo di Roma e 4° Sovrano della Città del Vaticano), nacque il 26 settembre 1897 a Concesio in provincia di Brescia. Fu beatificato nel 2014 e proclamato santo da Papa Francesco I il 14 ottobre 2018.

Il padre, avvocato Giorgio Montini, esercitava la professione di giornalista e dirigeva il quotidiano cattolico Il Cittadino di Brescia, e fu eletto senatore prima del Fascismo nelle liste del Partito Popolare di Don Luigi Sturzo, mantenendo la carica per tre legislature. La madre, Giuditta Alghisi, era discendente di una famiglia della nobiltà rurale del luogo. Ebbe due fratelli: Carlo, medico, e Ludovico, anch’egli avvocato, deputato e senatore.

Giovanni Battista Montini studiò presso la scuola dei Gesuiti, fino al conseguimento della maturità classica, e scrisse per il periodico studentesco La Fionda.

Il 29 maggio 1920 fu ordinato sacerdote, e lo stesso anno ottenne il dottorato in Diritto Canonico a Milano.

Nel novembre dello stesso 1920 si trasferì a Roma dove si iscrisse ai corsi di Diritto Civile e di Diritto alla Pontificia Università Gregoriana e Lettere e filosofia all’Università statale. Su richiesta di Giuseppe Pizzardo entrò nell’Accademia dei Nobili Ecclesiastici.

Passò successivamente agli studi diplomatici presso la Pontificia Accademia Ecclesiastica e iniziò a collaborare con la Segreteria di Stato, rinunciando al servizio parrocchiale a cui avrebbe voluto dedicarsi, e che non sperimentò per tutta la vita.

Dopo un’esperienza in Polonia al seguito del Nunzio Apostolico Lorenzo Lauri, rientrò in Italia e nel 1924 conseguì tre lauree (Filosofia, Diritto Canonico e Diritto Civile) ai cui corsi si era iscritto nel 1920.

Dal 1925 al 1933 ricoprì l’incarico di Assistente Ecclesiale della FUCI (Federazione Universitari Cattolici Italiani).

Nel 1937 arrivò la nomina a Sostituto Segretario di Stato e lavorò a stretto contatto con Eugenio Pacelli, il futuro Pio XII.

Il 1° novembre del 1954, alla mortye del Cardinale Schuster, fu nominato Arcivescovo di Milano da Papa Pio XII. Da quella cattedra invitò più volte alla comprensione, all’amicizia interreligiosa e all’apertura verso gli atei.

Montini fu il primo cardinale nominato da Giovanni XXIII che aveva molta stima in lui. Il 21 giugno 1963 fu eletto Papa al sesto ballottaggio, e scelse il nome di Paolo VI.

La sua posizione politica non era inquadrabile né all’interno della destra né della sinistra, ma era considerato un riformatore radicale. Accettò la nomina pronunciando queste parole: “Accepto, in nomine Domini” (“Accetto, in nome del Signore”).

Dopo soli 2 giorni ricevette la visita di John Fitzgerald Kennedy, primo Presidente degli Stati Uniti d’America cattolico, che in quei giorni era in visita in Europa.

Papa Paolo VI si spese molto per l’unione della cristianità e concentrò in sé la forza di Pio XI, la saggezza e l’intelligenza di Pio XII nonché l’amore di Giovanni XXIII.

Si trovò improvvisamente tra le mani la responsabilità del Concilio Vaticano II, riuscendo a penetrare in tutti i delicati aspetti e nelle questioni aperte.

Alla riapertura del Concilio dopo la morte di Giovanni XXIII, si preoccupò di evidenziare 4 punti chiave, ovvero:

  • Una migliore comprensione della Chiesa cattolica;
  • Riforme della Chiesa;
  • Avanzamento nell’unità della cristianità;
  • Dialogo con il mondo.

Analizzò il momento storico alla luce della crescente secolarizzazione. Nel 1964 prese la decisione di rinunciare alla tiara papale mettendola all’asta per destinare il ricavato ai bisognosi. Fu acquistata dall’Arcivescovo di New York Joseph Spellmann, ed ora è conservata presso la Basilica dell’Immacolata Concezione a Washington.

Diede impulso all’avvicinamento con la Chiesa Ortodossa, durante la sua visita a Gerusalemme, primo viaggio in aereo di un Pontefice, incontrando Atenagora I e suggellando nel 1965 la Dichiarazione Comune Cattolico-Ortodossa.

Abolì la Guardia Palatina e la Guardia nobile: la Guardia Svizzera restò l’unico corpo militare in Vaticano.

Altre sue riforme furono:

  • i riti dell’ordinazione di un diacono, un sacerdote e un vescovo (18 giugno 1968);
  • il Calendario romano generale (14 febbraio 1969);
  • il Messale Romano rinnovato a norma del decreto del Concilio Ecumenico Vaticano II (3 aprile 1969);
  • il rito del battesimo dei bambini (15 maggio 1969);
  • il rito funebre (15 agosto 1969);
  • il rito della professione di una religiosa (2 febbraio 1970);
  • la Liturgia Horarum, in successione al Breviarium Romanum (1º novembre 1970);
  • il rito del sacramento della cresima(15 agosto 1971);
  • la disciplina della prima tonsura, degli ordini minori e del suddiaconato (15 agosto 1972);
  • il rito dell’unzione degli infermi (30 novembre 1972).

Pubblicò 7 encicliche di grande valore e impatto sociale e teologico:

  • Humanae Vitae (25 luglio 1968)
  • Sacerdotalis Caelibatus (24 giugno 1967)
  • Populorum Progressio (26 marzo 1967)
  • Christi Matri (15 settembre 1966)
  • Mysterium Fidei (3 settembre 1965)
  • Mense Maio (29 aprile 1965)
  • Ecclesiam Suam (6 agosto 1964)

Il 27 novembre 1970, fu vittima di un attentato da parte del pittore Benjamin Mendoza y Amor Flores che lo colpì al costato con un kriss, durante la sua visita a Manila. Il Pontefice fu salvato dall’intervento del segretario personale Pasquale Macchi.

Il 16 settembre 1972 visitò Venezia e compì un gesto profetico ponendo la propria mantella sulle spalle di Albino Luciani, Arcivescovo della città lagunare, che infatti sarebbe stato eletto Papa alla morte di Montini.

Rimase storica la sua allocuzione agli «uomini delle Brigate Rosse» formulata il 16 aprile 1978, attraverso la quale chiese, senza risultato, la liberazione di Aldo Moro senza condizioni.

In sintesi la sua opera si concentrò su un aggiornamento della Chiesa, tenendo però ben saldi i principi della tutela della fede e della difesa della vita umana.

Paolo VI si spense alle 21:40 del 6 agosto 1978, a Castel Gandolfo, a causa di un edema polmonare.

Ecco un breve stralcio del suo testamento:

«Fisso lo sguardo verso il mistero della morte, e di ciò che la segue, nel lume di Cristo, che solo la rischiara. […] Ora che la giornata tramonta, e tutto finisce e si scioglie di questa stupenda e drammatica scena temporale e terrena, come ancora ringraziare Te, o Signore, dopo quello della vita naturale, del dono, anche superiore, della fede e della grazia, in cui alla fine unicamente si rifugia il mio essere superstite? […] E sento che la Chiesa mi circonda: o santa Chiesa, una e cattolica ed apostolica, ricevi col mio benedicente saluto il mio supremo atto d’amore […] ai Cattolici fedeli e militanti, ai giovani, ai sofferenti, ai poveri, ai cercatori della verità e della giustizia, a tutti la benedizione del Papa, che muore […]. i funerali: siano pii e semplici […] La tomba: amerei che fosse nella vera terra, con umile segno, che indichi il luogo e inviti a cristiana pietà. Niente monumento per me».

(Paolo VI, Testamento)

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