Nomen omen, «Tu sei Pietro …»
Noi siamo la nostra vocazione
Che il nome rappresenti qualcosa di molto particolare nella cultura ebraica è risaputo: nella Genesi quando Dio indirizza gli animali creati verso Adamo affinché egli imponga loro il nome, sta a significare che vengono messi sotto il dominio umano.
Imporre il nome è quindi segno di appartenenza.
Una valenza forte la troviamo anche tra gli antichi Romani, i quali solevano ripetere che il destino dell’uomo risiede nel suo nome (nomen omen).
Abbiamo diversi esempi forti nella Bibbia, quando per esempio Dio cambia il nome ad Abramo e a Sara, e, nel Nuovo Testamento quando impone a Simone il nome Pietro.
Possiamo quindi dedurre che abbiamo un nome che ci viene attribuito dai nostri genitori alla nascita, ma che Dio ci conosce con un nome che Lui ha pensato per noi e che rappresenta la nostra appartenenza a Dio e che specifica la nostra vocazione, come è stato per Pietro, Abramo e Sara.
In altre parole noi siamo la nostra vocazione. Essa è la vera essenza del nostro essere più intimo e completo e costituirà l’appellativo appropriato per il corpo glorioso che avremo nell’eternità dell’amore di Dio.