Ebraico: «Shalom», l’augurio di ritorno all’Eden
Il saluto tipico degli Ebrei non è un semplice «ciao»
Solitamente incontrando un amico ebreo o comunque un professante la religione ebraica, il saluto ricorrente è «Shalom» (שלום).
La radice di questo termine formata dalle consonanti Shin (ש), Lamed (ל) e Mem (ם), esprime completezza, perfezione, pace, salute.
Come sappiamo l’ebraico si legge e scrive da destra verso sinistra, per cui la prima lettera è Shin, che simboleggia il fuoco (esh, אֵשׁ), mentre la Mem rappresenta l’acqua (mayim, מיים). A unire questi due elementi fondamentali e estremi c’è Lamed (lettera L, ma che significa letteralmente «imparare»).
Imparare a governare e armonizzare acqua e fuoco vuol dire tornare ad uno stato di equilibrio perfetto come fu nell’Eden.
Possiamo poi aggiungere che il valore gematrico ci fornisce un’altro suggestivo motivo di riflessione. Come sappiamo i numeri ebraici sono espressi rispettivamente in ordine crescente attraverso le prime lettere dell’alfabeto. Ogni parola può dunque essere ricondotta ad un numero, e questo è un aspetto a cui gli Ebrei hanno dato sempre grande risalto per esprimere i concetti.
Il valore gematrico di Shalom è 376, che equivale sorprendentemente a «deserto del Sinai» (מדבר סיני), ovvero il luogo dove il popolo ebraico ha ascoltato la voce del Signore ed è stato guidato verso la Terra Promessa.
Shalom quindi esprime con forza un progetto e il desiderio finale di tutti i credenti.