I protagonisti della Bibbia - 11. Mosè
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I protagonisti della Bibbia – 11. Mosè

«L’estratto dall’acqua» che guidò Israele verso la Terra Promessa

Si tratta di uno dei personaggi più importanti nell’Antico Testamento, venerato da ebrei, cristiani, islamici, ma anche dal bahaismo e dal rastafaraniesimo, e da altre religioni.

Il nome di Mosè (משֶׁה) collega la sua radice semantica a «estrarre dall’acqua» e fa ovviamente riferimento al suo salvataggio da parte della figlia del Faraone, riferito dal brano biblico. Il nome potrebbe però anche avere l’origine egiziana di Moses che indica «fanciullo», «figlio», «discendente», senza citare il nomne del padre, ritenuto sconosciuto al momento del ritrovamento.

In realtà abbiamo dei riferimenti ai genitori di Mosè, nelle persone di Amran e della moglie Iochèbed (detta anche Jocabel). Iochèbed era anche la zia di Amran e questo pone un problema storico, in quanto se così fosse Mosè avrebbe dovuto essere nato dopo l’insediamento ebraico nella Terra Promessa.

Va detto che attualmente la maggior parte degli studiosi ritengono Mosè non tanto un personaggio storico, ma le sue vicende andrebbero considerate come un racconto che integra diversi periodi storici al fine di esprimere concetti teologici. Di lui, comunque, parlano in ambito storico dei grandi studiosi antichi, come Giuseppe Flavio, Filone d’Alessandria e Erodoto.

Proprio Flavio e Erodoto collocarono le vicende dell’Esodo verso la metà del XVI secolo a.C. in corrispondenza della cacciata degli hyksos dall’Egitto da parte di Ahmose. I moderni storici pongono invece le vicende nel XIII secolo a.C. tra i regni di Ramses II e Meremptah.

Sta di fatto che l’odierna opinione più diffusa è che Mosè sarebbe nato nel XIII secolo a.C. a Goscen, in Egitto, dove si insediò Giacobbe, e sarebbe morto sul Monte Nebo durante il secolo successivo.

Dopo essere stato salvato dalla figlia del faraone, recuperandolo dal acque del Nilo in cui fu posto dalla madre per salvarlo dalla persecuzione, Mosè crebbe e fu educato a corte fino al momento in cui, già adulto, uccise un sorvegliante degli schiavi ebrei durante una lite.

Mosè fuggì e si rifugiò a Madian, dove sposò Zippora (צִפּוֹרָה), figlia del sacerdote ebreo Ietro. Successivamente, nei pressi del Monte Oreb, ricevette la chiamata di Dio e tornò in Egitto per chiedere la liberazione degli Ebrei.

A questo punto della storia scoppiarono le famose 10 piaghe d’Egitto per indurre il faraone a liberare Israele dalla schiavitù, e si verificò il prodigio della separazione delle acque del Mar Rosso (allora noto come Mare di Giunco).

Tre mesi dopo questo evento Mosè ricevette le tavole della Legge sul Monte Sinai, mentre il popolo costruì un vitello d’oro da adorare. Disceso dal Sinai con le Tavole, Mosè punì il suo popolo.

Il pellegrinaggio degli Ebrei nella penisola del Sinai durò 40 anni dopodiché dal Monte Nebo il popolo vide la Terra Promessa.

Mosè, come sappiamo, morì sul monte senza poter entrare nella Terra Promessa.

Apparve insieme a Elia al momento della Trasfigurazione di Gesù, a simboleggiare il dominio delle Leggi da parte di Dio.

La Chiesa Cattolica venera San Mosè il 4 settembre, mentre per gli Islamici egli sarebbe uno dei più grandi profeti apparsi nel mondo prima di Maometto, ma i suoi insegnamenti sarebbero andati perduti. Per gli Ebrei è il più grande profeta che sia mai esistito, e anticamente era ritenuto l’autore del Pentateuco, ovvero dei 5 libri che compongono la Torah.

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