Facciamo chiarezza: Scritture, Tradizione e Magistero
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Facciamo chiarezza: Scritture, Tradizione e Magistero

Viviamo un momento di confusione e relativismo: approfondiamo la basi della nostra Fede

Il nostro è un periodo storico particolare, non sappiamo in che modo verrà inserito nella Storia. Saremo definiti «tecnologici», «primi esploratori spaziali», «neo-individualisti», «”post”-postmodernisti», o altro?

Sicuramente abbiamo una forte tensione a voler dare a noi stessi delle spiegazioni ai grandi temi, purtroppo spesso, senza approfondirli compiutamente.

Vediamo allora insieme di fare un po’ di chiarezza sulle basi fondamentali che ci rendono Cattolici. Il Cattolico si basa su tre pilastri: le Scritture, la Sacra Traditio e il Magistero.

La Bibbia costituisce un elemento fondamentale, perché trasmette per iscritto, con parole divine e umane, anche ciò che anticamente era stato tramandato per via orale per millenni. È costituita da libri ispirati, ed è sufficiente analizzarli per rendersene conto. L’intento della Bibbia non è quello di fornire indicazioni storiche, ma di contenuto: solo in questo modo riesce (essendo anche ispirata) a essere sempre attuale.

Il Magistero ha ricevuto il suo incarico di Depositum fidei direttamente da Gesù-Dio, ed è costituito da uomini. Ha grande importanza perché la sua missione consiste nel cercare di eseguire e diffondere la Parola di Dio tra gli uomini. Per questo motivo è delegato anche alla ricerca della giusta interpretazione.

Qualcosa di più va detto sulla Tradizione, perché ai nostri giorni spesso si equivoca sulla sua natura. Intanto va detto che in lingua italiana e, nello specifico in relazione col Cattolicesimo, questo termine non è univoco. Abbiamo infatti tre tipi di Tradizione:

  1. Divina: è stata iniziata da Dio (Padre, Figlio o Spirito Santo), è eterna ed è immutabile: nulla di essa può essere cambiato dagli uomini, neppure dal Magistero.
  2. Apostolica: è quella relativa alla Rivelazione, e comprende tutti gli insegnamenti e le espressioni assunte e diffuse nel corso della missione degli apostoli. Questo periodo si chiude con la morte di Giovanni, l’ultimo degli apostoli restato in vita. È anch’essa eterna e immutabile. 
  3. Ecclesiastica: è quella trasmessa dalla Chiesa attraverso il Magistero. Assume consistenza in forza del mandato di Pietro e riguarda caratteri teologici, disciplinari, liturgici, devozionali. Sono aspetti a cui il Cattolico deve attenersi per mantenersi nell’ortodossia cattolica. Questa mansione di inclusione nella tradizione è delegata ai successori di Pietro. Queste disposizioni possono essere mutate, abolite o conservate, sotto la guida del Magistero della Chiesa. Ciò non vuol dire che il Cattolico non debba seguire queste direttive: tutt’altro. Si tratta infatti dell’interpretazione migliore che il Magistero riesce a dare nel relativo periodo storico, per adempiere alla volontà di Dio. 

La Dei Verbum al n° 10, sancisce l’indissolubile unione tra Scritture, Tradizione e Magistero. A questo proposito è significativo un brevissimo ma vibrante intervento in questo senso da parte di S.E. Mons. Raffaello Martinelli (cliccare QUI per assistere al video).

Non ha senso quindi ritenere «tradizionali» alcuni aspetti, anche considerati importanti da alcuni, come ad esempio la Santa Messa in latino, le devozioni ad alcuni Santi, il modo di celebrare alcune parti della Santa Messa, ecc., perché rientrano nella tradizione ecclesiale.

Nessuno invece potrà mai permettersi di modificare le Parole di Cristo, come ad esempio quelle della Consacrazione.

Occorre fare molta attenzione perché spesso ci si concentra e ci si intestardisce in accezioni che non sono fondamentali ai fini della Fede, e si generano polemiche divisive che non hanno, fra l’altro, un senso teologico.

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