Chi erano e qual era la spiritualità degli Esseni?
La comunità che viveva a Qumran e a cui è stato erroneamente associato Gesù
La scoperta dei Manoscritti del Mar Morto è ritenuta uno dei più grandi successi in campo archeologico. I ritrovamenti degli oltre 900 manoscritti, i più recenti databili almeno al I secolo d.C. e i più antichi al II secolo a.C., non solo hanno confermato la correttezza di trascrizione dell’intera Bibbia, ma hanno aggiunto notizie storiche e religiose importanti.
L’attenzione dei ricercatori si concentra su vari e entusiasmanti aspetti, tra i quali i motivi per cui i rotoli erano stati accumulati nelle grotte, chi li avesse custoditi, la natura delle grotte, e tanto altro ancora.
Uno degli aspetti importanti che si stanno studiando è quello che riguarda gli Esseni, cioè la comunità che abitava nell’insediamento che pare in relazione con le grotte in cui i manoscritti sono stati ritrovati.
Pesanti indizi su questa ricerca ci sono forniti dai manoscritti stessi. Uno in particolare, 1Qs, ovvero uno dei rotoli ritrovati nella 1.a grotta ad essere stata scoperta, è particolarmente interessante, e contiene la «Regola della Comunità», ovvero le norme di affiliazione, appartenenza rituali e anche teologiche degli Esseni.
Fa parte dei documenti che sono definiti settari, ovvero che appartengono alla categoria di quelli prodotti dalla setta essena. In 1Qs troviamo anche la “Teologia dei due Spiriti”, ovvero l’indicazione di ciò che gli Esseni credevano.
Dobbiamo a questo punto menzionare la teoria importante proposta dal prof. Gabriele Boccaccini, docente alla University of Michigan, il quale individua la comunità di Qumran in Esseni dissidenti, i quali sostenevano il ritorno al sacerdozio saddocita.
La comunità abbracciava la teologia dei due spiriti. Sosteneva infatti che l’uomo fosse costituito da nove parti (probabile riferimento ai nove mesi di gestazione), e che due spiriti, uno buono e l’altro maligno, lottassero per la loro conquista. Nessuno tra i due spiriti, però, era in grado di ottenere tutte le parti, per cui in un uomo buono resterebbe almeno una parte di cattiveria, e in uno cattivo almeno una di bontà.
Questa spiegazione consentiva agli Esseni di spiegare perché anche tra loro potesse sorgere qualche cattiva azione. Erano infatti predestinazionisti, credevano che appartenere alla comunità bastasse per essere tra gli eletti, ovvero i «Figli della Luce» che avrebbero combattuto la battaglia finale in ambito escatologico, contro i «Figli delle Tenebre», sconfiggendoli definitivamente dopo una grande e dura battaglia, un vero Armageddon.
Gli Esseni abbandonarono l’insediamento di Qumran sotto la pressione dei Romani con le centurie di Tito, durante la guerra che portò nel 70 d.C. alla distuzione del Secondo Tempio e di Gerusalemme.
A quest’ultima vicenda sono legate anche le teorie che vorrebbero i Manoscritti di Qumran essere stati nascosti nelle grotte per impedire che i Romani li distruggessero.
Agli Esseni fu avvicinato da alcuni ricercatori, in un certo periodo Gesù, ma questa teoria è stata scartata, come non ha riscontri neppure l’appartenenza a questa comunità da parte di Giovanni il Battista.