Francesco: il Papa della coerenza evangelica
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Francesco: il Papa della coerenza evangelica

Il coraggio della fedeltà alla Parola

È uso ricorrente attribuire una qualità specifica per sintetizzare il pontificato di alcuni Papi. Abbiamo avuto il “Papa buono” (Giovanni XXIII), il “Papa del sorriso” (Giovanni Paolo I), il “Papa soldato” (Giulio II) e altri ancora.

La caratteristica di questa attribuzione è quella di non essere esclusiva. Definire Angelo Roncalli come Papa buono, non significa che Albino Luciani fosse meno buono. La specificazione mette in evidenza una qualità che è significativa nel contesto del pontificato. Direi quindi che il modo migliore per definire Jorge Bergoglio sia “Papa della coerenza”.

Ora che è tornato al Padre, si sprecano attorno a lui elogi e critiche, esattamente come quando era in vita, e questo deve aiutarci a riflettere su tutte quelle volte in cui Papa Francesco è stato esplicito nel predicare la Parola di Dio.

Fu di volta in volta definito “progressista” (o addirittura, con assurde e incongruenti logiche “modernista”) o “conservatore”. Fu tacciato di parteggiare ora per l’Ucraina, ora per la Russia. Fu giudicato difensore degli Ebrei, e da altri filo-palestinese.

La realtà è facile da individuare: Francesco non seguiva una linea politica in senso partitico o ideologico, ma annunciava il Verbo!

La Parola di Dio, se non si accoglie con un cuore predisposto, può sembrare divisiva, ma soprattutto è dura da accettare quando va a cozzare con le nostre misere ambizioni umane. Ambizioni che siamo disposti a difendere con i denti e arrampicandoci agli specchi.

Chi mette il bastone fra le ruote a ciò che ci siamo inventati per credere di essere felici, viene demonizzato, anche se poi scopriamo che la nostra non era la soluzione ideale.

Francesco non ha mai segnato il passo, ed è andato sempre avanti nel predicare la Parola di Dio, anche quando sapeva di poter essere frainteso e scomodo: questa è coerenza evangelica.

Nel nostro mondo c’è sempre meno spazio per la misericordia, ed è esaltato che la supera adottando drastici provvedimenti che appaiono come esemplari. Essere misericordiosi richiede pazienza, ma la nostra società non vuole aspettare.

Solo un uomo coerente viene attaccato sia da destra, che da sinistra, da sopra e da sotto, perché la coerenza non è patrimonio di una parte politica o di una ideologia, ma lo è della realtà e della Verità.

Essere coerenti è di fatto l’atteggiamento che richiede più coraggio. La coerenza è esigente e pretende tanto: anche sacrifici estremi. Non lascia spazio a compromessi di comodo, non ti assolve dagli obblighi di coscienza, e soprattutto ti pone nella condizione di essere inviso ora a uno e poi all’altro, col rischio di finire inviso a tutti: quel che è accaduto a Gesù!

Ecco perché coerenza e misericordia si accompagnano e trovano difficoltà nell’essere accettate. Papa Francesco va letto come un profeta. Il vero profeta non è (soprattutto biblicamente parlando) colui che predice il futuro. Il profeta non vorrebbe essere profeta: la Bibbia ce lo insegna. Il profeta è colui che “aggiusta” il cammino che l’uomo ha intrapreso per riportarlo sul sentiero di Dio. E Francesco ha fatto questo nel corso della sua vita.

Potremmo chiamare Francesco con molti aggettivi o qualità: Papa della Misericordia, Papa degli ultimi, Papa dei poveri, e altro ancora. Ma tutto ciò è raccolto in un’unica voce: Papa della coerenza evangelica.

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