Mentre noi festeggiamo il Natale
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Mentre noi festeggiamo il Natale, per gli ebrei è Hanukkah

La tradizione di una festa antica del popolo di Israele

La tradizione ebraica è ciò a cui si è agganciato Gesù per poi sancire la Nuova e Eterna Allenza.

Non possiamo quindi trascurare i legami che intercorrono tra le comunità cristiane e quella ebraica, perché sarebbe come rifiutare l’Antico Testamento.

Vediamo quindi di avvicinarci ai fratelli ebrei, anche cercando di comprendere e scoprire alcune delle loro tradizioni, che sono affascinanti sia dal punto di vista storico, religioso e culturale.

Prendendo spunto dagli imminenti festeggiamenti del Natale di Nostro Signore, possiamo notare che quest’anno la grande festa di Hanukkah che ricorre a partire dal 24 del mese ebraico di kislev, inizierà ad essere festeggiata dalla sera del 18 dicembre e si protrarrà fino al 26 dicembre compreso.

Ma in cosa consiste la festa di Hanukkah?

Va detto innanzitutto che si tratta di una delle due feste aggiunte dagli israeliti dopo il ritrovamento della Torah, che va inteso anche con l’accezione della riscoperta del VI secolo a.C.: Hanukkah e Purim.

Nel caso di Hanukkah (dizione e trascrizione ebraica delle varianti

Chanukkah, Hannukkah, Chanukkà, Channukah), la sua istituzione risale al II secolo avanti Cristo.

Si tratta dunque di una festa di origine rabbinica, che viene spesso indicata come Festa delle Luci o Festa dei Lumi.

Si è voluto che questa festa durasse addirittura di più (ben otto giorni in totale) rispetto ad altre feste istituite nella Torah, come ad esempio Pesach (Pasqua) e Sukkoth (Festa dei Tabernacoli o delle Capanne).

Viene santificata dall’accensione di luci ogni giorno del periodo di festa con la recita di due benedizioni che contengono il nome divino e la sua regalità. Ovviamente non si pronuncia il nome col tetragramma sacro.

Una regola importante fissata dall’hallakah, ovvero ciò che stabilisce la forma dei riti ebraici, e che per Hanukkah venga recitato l’Hallel (che recitava naturalmente anche Gesù) nella sua forma completa. E ciò nonostante l’origine della festa non sia, come già accennato, derivato dalla Torah o da altre Scritture.

Il significato va ricercato nella memoria storica del popolo ebraico, in relazione alle guerre sostenute. Furono infatti le vittorie nella guerra degli Asmonei a determinare la fissazione dei giorni di Hanukkah.

Gli eventi

Scandalizzato dall’uso blasfemo del Tempio da parte degli “ellenizzanti”, i quali avevano iserito riti estranei alla tradizione ebraica, Mattatiahu, un sacerdote ebreo, e i suoi cinque figli Giovanni, Simone, Giuda, Elazar e Jonatan guidarono la rivolta contro re Antioco e i suoi soldati. Fu la rivolta dei Maccabei (in ebraico, letteralmente = “martellatori”).

Con quelle battaglie il popolo di Israele arrivò a prendere possesso di una parte delle montagne di Giuda e soprattutto il monte del Tempio che si espande a nord di Gerusalemme nella regione che oggi conosciamo come Ramallah.

Le vittorie sono legate dunque alla purificazione del Tempio, e alla restaurazione del servizio al Signore in esso.

Gli ebrei ritengono “santa” la guerra asmonea in quanto furono sconfitti non solo i greci ma soprattutto gli ebrei ellenizzanti, i quali si erano allontanati dalla Torah.

Nel calendario israelitico, Hanukkah è presentata come festa della salvezza di Israele e della Torah contro chi intendeva profanarla.

È interessante comunque vedere quanto due culture di cui una è in un certo senso conseguente dall’altra, come lo è sotto molti aspetti quella cristiana da quella ebraica, festeggino quest’anno contemporaneamente eventi a cui vengono dati significati diversi in relazione alla pace.

Anche la religione ebraica attribuisce alla pace molta importanza, ma i cristiani sono sempre più tendenti a considerare il Natale come un evento assoluto di pacificazione universale, al di là di ogni rivendicazione o competizione.

L’Hanukkah oggi

Fino a circa due secoli or sono, Hanukkah era considerata una festa minore. Ma venne rivalutata soprattutto a causa della crescente popolarità del Natale intesa come maggiore festività del mondo occidentale.

Si volle dunque, da parte ebraica, una celebrazione della volontà di sopravvivere del popolo israelitico, attraverso una festa che segnasse il dominio della luce sull’oscurità. Numerose persone si ritrovano infatti in una piazza centrale della città dove è stata installata per accendere una chanukkià (il candelabro a nove bracci).

Il presidente della comunità o il rabbino capo, tengono un breve discorso, recitano la benedizione (beracha) delle candele e inaugurano la festa. I presenti solitamente intonano inni gioiosi ed eseguono tipici balli ebraici.

Dolce tipico della festa è una sorta di bombolone chiamato sufganiyah che, essendo fritto nell’olio, vuole ricordare l’olio consacrato che tenne in vita la luce del Tempio.

Per il presente post ci si è avvalsi delle lezioni universitarie del Prof. Don Gabriele Maria Corini, del libro “Le feste ebraiche” di Yeshayahu Leibowitz (ed. Jaca Book) e di Wikipedia.

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