Papa Francesco e Ecologia Cristiana
Il Santo Padre evidenzia un tema che è anche teologico
L’Ecologia vista in senso strettamente scientifico riguarda lo studio degli eco-sistemi. Viene considerata una “scienza esatta” e nella sua estrema sintesi non ha nulla a che vedere con l’etica.
Un secondo significato l’ecologismo si applica alla difesa dell’ambiente per la sua conservazione, assumendo le funzioni di Ambientalismo.
Per l’ambientalismo militante l’uomo, quale maggiore responsabile degli squilibri ambientali, è considerato un nemico dell’ambiente.
Si tratta ovviamente di una visione orizzontale, all’interno della quale la Chiesa inserisce una visione teista.
Papa Francesco ha dedicato all’argomento la sua enciclica Laudato sì del 2015, nella quale affronta in senso teologico la questione esistenziale dell’uomo all’interno del creato. Si chiede infatti qual è l’uso che l’uomo possa fare del mondo, secondo il progetto di Dio.
In questo senso il Sommo Pontefice ha aperto al dialogo con le scienze esatte in un’ottica di conservazione e salvezza, ma anche con un invito alla massima attenzione verso ciò che potrebbe essere dannoso.
L’Ecologia Cristiana, vista come disciplina scientifica, si colloca all’interno della Dottrina Sociale della Chiesa, fissando fondamenti, regolamenti e uso della coscienza. L’universo è stato infatti affidato all’uomo affinché gli sia propizio e possa essere utilizzato nel bene.
Nella Genesi troviamo il significato di questo concetti di base, nella consegna degli animali e del resto del creato all’uomo affinché egli stabilisca i singoli nomi delle creature.
Per gli Ebrei il “dare il nome” aveva un significato molto profondo, e indicava il possesso su ciò che veniva “nominato”. È questo il motivo di base perché essi non pronunciano il nome di Dio: nominandolo sarebbe come possederlo, e nessuno può possedere Dio.
Interviene qui un equivoco di traduzione e interpretazione della Scrittura. Gli animali sono stati affidati all’uomo affinché egli li soggiogasse. Soggiogare non era però interpretato come “dominare”, ma come “porre il giogo”, ovvero utilizzare a scopo benefico e senza violenza.
Alla luce di questa visione si aprono prospettive profonde che rendono indispensabile l’ingresso dei cristiani nelle strategie riguardanti l’ecologia. E il Papa ne è ben conscio.