L'importanza della dimensione contemplativa e della preghiera
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L’importanza della dimensione contemplativa e della preghiera

“Non di solo pane vivrà l’uomo …” (Mt 4,4 e Lc 4,4)

È singolare che la frase di Gesù “Non di solo pane vivrà l’uomo …” sia collocata come versetto 4 del capitolo 4 sia nel Vangelo di Matteo che di quello di Luca. Ed è ancora più curiosa questa coincidenza se pensiamo che in origine la scrittura era continua (scripto continua), ovvero le parole erano tutte legate insieme, e non esisteva una suddivisione in capitoli.

Ma a parte questa curiosità, quel che colpisce e che risulta attuale è il significato della frase.

Gesù, nel deserto, alle prese con le tentazioni a cui il tentatore cerca di sottoporlo, risponde con una citazione del Deuteronomio, e precisamente contenuta in Dt 8,3. Il contesto era quello del popolo ebraico nel deserto sfamato dalla manna.

La frase completa riferisce che “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”. Il riferimento guida dunque ad un’accezione spirituale che supera quella materiale.

Occorre dunque far recuperare all’aspetto spirituale e contemplativo uno spazio che purtroppo ai nostri giorni si è molto ridotto.

L’impegno del cristiano deve dunque essere fattivo e concreto, ma non bisogna dimenticare che ha un’importanza certamente superiore il concentrarsi sulla ricerca della vicinanza con Dio.

Un altro indizio in questo senso ci viene dato da Gesù nel Vangelo di Luca, ed è nella vicenda che vede coinvolte Marta e Maria. Il Cristo ci fa capire chiaramente che l’affannarsi di Marta per le cose materiali, non è sbagliato, ma che è Maria ad aver scelto la parte migliore.

Per effettivamente vivere della Parola che esce dalla bocca di Dio, dunque, occorre cercare la sua vicinanza, e questa la si ottiene solo con la preghiera e con la contemplazione. Il momento sublime dell’Eucarestia è un’occasione imperdibile, ma anche l’Adorazione del Santissimo Sacramento, la preghiera, sono circostanze propizie.

Il rapporto con Dio è anche un dialogo, e quindi gli interlocutori sono due. Dopo aver parlato noi, con la preghiera, l’Adorazione, l’Eucarestia, abituiamoci anche ad ascoltare … . Il silenzio del cuore davanti a Dio non manca mai di produrre frutti.

Troppo spesso dimentichiamo che Gesù disse Gesù che se avessimo “fede quanto un granello di senapa” saremmo in grado di spostare le montagne (Mt 17,20). E Lui stesso ci diede la traccia di come deve essere la preghiera col Padre Nostro, nel quale ci rimettiamo alla volontà di Dio perché è l’unico che sa esattamente qual è il nostro vero bene.

In questo modo le cose terrene e necessarie, rientreranno in un ottica più consona. La pace interiore che si raggiunge conferma che preghiera, contemplazione e azione sono complementari.

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